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I cubetti di porfido per pavimentazioni di pregio

I cubetti di porfido (noti anche come bolognini, sampietrini o sanpietrini) possono avere più di una destinazione d’uso, ma sono tipicamente adoperati per pavimentazioni esterne di pregio. Un pavimento in porfido può tranquillamente sopportare il peso di un veicolo pesante e, se posato correttamente, il risultato estetico è della più alta qualità.

I cubetti di porfido sono realizzati spaccando meccanicamente materiale con piano naturale. A seconda dello spessore della lastra utilizzata, i cubetti presentano caratteristiche diverse, sia di forma che di grandezza.

I bolognini non sono l’unico tipo di prodotti in porfido, soprattutto in porfido trentino, territorio in cui le caratteristiche fisiche e il pregio estetico di questo materiale, uniti alla sua disponibilità, hanno fatto sì che venisse molto usato nell’edilizia, già in epoca antica.

Utilizzo dei cubetti di porfido


La posa in opera dei sampietrini può avvenire seguendo diversi schemi di posa, ad esempio ad archi contrastanti, a cerchi concentrici, a coda di pavone oppure a file diritte.

I cubetti trovano la propria collocazione ideale nella realizzazione di:

  • piazzali, viali di giardini e marciapiedi di abitazioni e villette;
  • piazze, strade (anche con traffico pesante), isole pedonali di città, centri storici e borghi.

Contrariamente a quanto dice il loro stesso nome, i cubetti di porfido non sono in realtà perfettamente cubici, ma hanno forme molto più irregolari, con differenze di lunghezza tra i lati che si notano soltanto prima della posa. Queste irregolarità, lungi dall’essere un’imperfezione, fanno invece sì che la posa dei cubetti possa avvenire secondo un disegno regolare, proprio perché le differenze tra un cubetto e l’altro permettono di compensare le imperfezioni del terreno e i diversi schemi di posa. Per la posa a file dritte, invece, vengono prodotti cubetti a testa perfettamente quadrata, solitamente 10x10 cm o 8x8 cm.

La scelta del tipo di cubetti di porfido


Realizzare un pavimento in porfido a regola d’arte è un’operazione che richiede esperienza, ma che regala grande soddisfazione. La messa in opera dei bolognini deve essere effettuata dopo aver scelto i materiali più adatti, soprattutto in funzione dell’uso che si farà della pavimentazione. In linea di massima, più è alto lo spessore del cubetto, maggiore sarà il peso che il pavimento potrà sopportare.
Disegni complessi e chiaramente visibili richiedono dunque cubetti più piccoli, mentre i tagli più grandi possono essere usati per pavimentazioni robuste, adatte al traffico pesante.

Caratteristiche tecniche dei cubetti

 
 Tipologia Spessore (cm)  Peso (kg/mq) 
 4/6  da 4 a 6  100
 6/8  da 5,5 a 8  da 135 a 145
 8/10  da 7,5 a 11  da 180 a 190
 10/12  da 10 a 13  da 220 a 250
 12/14  da 12 a 15  da 280 a 300
 14/18  da 14 a 20  da 330 a 350
 Tozzetto 6/8  da 4 a 6  100
 Cubetti testa quadra  8x8
 9x9
 10x10
 Varia a seconda
dello spessore
 

Quale metodo di posa scegliere


Come sempre, quando si tratta di edilizia, esistono moltissime alternative, ognuna con i suoi vantaggi e svantaggi.

  • L’uso del cemento miscelato a sabbia è un metodo classico che garantisce grande stabilità, ostacola la crescita di piante, ma non è ecologico né naturale, è di maggiore impatto sia nella produzione dei materiali che nel loro smaltimento.
  • La posa con ghiaino secco e sigillatura in sabbia è sicuramente il metodo più ecologico, perché non prevede l’uso di cemento e usa materiali naturali, è molto drenante, ma richiede maggiore manutenzione, perché permette la crescita di piante e tende a deperire più velocemente a causa delle precipitazioni.
  • La resina poliuretanica è un materiale innovativo che permette una sigillatura più elastica, con una maggiore capacità di carico che sopporta meglio il peso del traffico pesante e asciuga in tempi più rapidi del cemento. Ovviamente la resina non è naturale e dunque ha un alto impatto sia nella produzione che nello smaltimento.


Perché il porfido è più bello dell’asfalto


Vi sarà capitato di passeggiare nel centro storico di una bella città, di trovare un tratto di strada asfaltata e di notare la differenza con la pavimentazione in porfido. I nostri occhi (o meglio il nostro cervello) apprezzano di più la complessità di un pavimento in pietra rispetto a uno in asfalto per la stessa ragione per cui apprezzano di più il legno del cemento, un albero rispetto a un palo della luce.
Non è solo una questione di naturalità, ma anche di estetica, di gusti innati. Come esseri umani siamo portati ad apprezzare una certa quantità di complessità, né troppa, né troppo poca. Gli elementi naturali come la pietra o il legno, hanno la giusta quantità di complessità perché costituiscono l’ambiente in cui ci siamo evoluti come specie, mentre l’asfalto o il cemento, soprattutto se usati male, risultano piatti, troppo semplici e per questo sospetti al nostro gusto innato.

 
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